(USA, 1982)
Presentato nel 1982 da Entex, azienda americana che produceva videogiochi elettronici portatili, Arcade Defender è la versione portatile di Defender, il famosissimo videogioco arcade di Williams uscito un anno prima e che fu il primo gioco progettato dal leggendario Eugene Jarvis, autore di altri capolavori come Robotron (1982).
Aveva uno schermo VFD (Vacuum Fluorescent Display) o schermo fluorescente “a vuoto”, una tipologia di schermo molto utilizzata negli anni ottanta, fino più o meno alla fine degli anni novanta quando furono completamente soppiantati dai più economici schermi LCD. Il principio con cui funzionavano era simile agli schermi CRT, la catodoluminescenza, ma a voltaggi molto inferiori.
I VFD avevano prestazioni estremamente interessanti: offrivano una luminosità di molto maggiore rispetto ai moderni LCD, lavoravano attorno ai 640 Nits e potevano raggiungere anche 4000 Nits.
Potevano rappresentare diversi colori e avevano un tempo di risposta istantaneo, con letteralmente zero latenza. Infine, al contrario degli LCD, potevano essere utilizzati anche a temperature molto basse, quindi funzionavano bene ad esempio anche all’esterno in pieno inverno. Di contro questo tipo di schermo consumava molta più energia rispetto ad un LCD.
Questo particolare tipo di schermo venne utilizzato moltissimo durante gli anni ottanta nell’elettronica di consumo, ad esempio nei video registratori, nelle calcolatrici o anche nelle plance delle automobili (ad esempio qui in Europa la Renault Espace aveva una plancia con schermo VFD che con la sua alta luminosità risultava visibile anche sotto il sole diretto)
Jarvis fu evidentemente influenzato nell’idea di Defender da giochi come Space Invaders e Asteroids, ma con Defender creò un nuovo genere, quello degli shoot ‘em up a scorrimento, che generò poi diversi seguiti ed imitazioni.
Esattamente come la sua controparte da sala giochi, Arcade Defender era uno shooter a scorrimento orizzontale, in cui il giocatore prende il controllo di una navicella spaziale e il cui scopo è distruggere diverse ondate di alieni, difendendo (da qui il nome) gli astronauti a terra. Particolare la possibilità di invertire lo scorrimento (da sinistra verso destra a destra verso sinistra e viceversa) tramite un tasto apposito, oltre a funzioni particolari come la “smart bomb” che ripuliva il campo o anche il tasto “hyperspace” che teletrasportava la navicella in una diversa parte dello schermo istantaneamente.
La versione portatile progettata da Entex include anche un “Game Speed Control” che permette di rallentare o velocizzare il gameplay, potendo quindi modificare la difficoltà e di conseguenza il punteggio ottenuto durante il gioco.
È presente anche un rudimentale sintetizzatore di suoni che riesce a riprodurre abbastanza efficacemente quelli dell’arcade originale. Era alimentata da quattro batterie “Tipo C” da 1,5 Volt oppure con un alimentatore esterno da 6 Volt.
Arcade Defender è solo uno dei tanti videogiochi portatili usciti in quel periodo, ma è diventato improvvisamente il più famoso e ricercato dopo che lo abbiamo visto tutti nelle mani di Groot in Avengers: Infinity War (2018)
Di Arcade Defender sempre da Entex fu prodotta anche una versione tabletop, da utilizzare poggiata su un tavolo, molto più ingombrante e con un rudimentale joystick centrale al posto dei tasti per muoversi.
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