(SVEZIA, 1954)
L’Ericofon, il telefono monocorpo prodotto da Ericsson negli anni cinquanta del Novecento, è una delle prime e più significative innovazioni nel design di telefoni e di piccoli elettrodomestici in genere.
Grazie alle scoperte tecnologiche effettuate durante la seconda guerra mondiale, plastica e materiali ferromagnetici in primis, nei primi anni ’50 fu possibile pensare e progettare un prodotto innovativo, comodo e soprattutto esteticamente rivoluzionario per l’epoca.
Alla fine degli anni Quaranta, la svedese L. M. Ericsson (la stessa che poi diventerà semplicemente “Ericsson“) mise in piedi una squadra di designer diretta da Hans Gösta Thames e composta da Hugo Blomberg e Ralph Lysell.
Il team di progettisti tirò fuori un progetto che riusciva ad unire in un solo elemento il ricevitore, il trasmettitore e il selettore dei numeri.
Inizialmente sarebbe dovuto essere realizzato in bakelite, ma proprio in quegli anni arrivò sul mercato una nuova termoplastica: l’ABS (Acrilonitrile Butadiene Stirene) era più resistente e poteva essere facilmente stampato in qualunque forma e soprattutto in qualunque colore. L’ideale, come vedremo, per il progetto del nuovo Ericofon.
Un telefono per gli ospedali
Originariamente pensato per il mercato professionale, l’Ericofon deve la sua forma e struttura compatta e senza separazione tra corpo e cornetta al suo originario target di riferimento: gli ospedali.
Utilizzare un telefono da tavolo dal letto di un ospedale poteva diventare un incubo con cornetta e corpo separati, da qui l’idea di incorporare i due elementi in un’unica forma compatta e di facile utilizzo.
Il Successo negli Stati Uniti
È solo nel 1956 che l’Ericofon comincia a diffondersi anche nel mercato consumer e arriva nelle case degli europei e degli australiani.
Il mercato americano era invece ancora completamente “off-limits” per una azienda straniera come la svedese Ericsson: il monopolio americano di Bell impediva ogni importazione di “strani prodotti stranieri”.
Dopo qualche tempo però Bell cominciò ad affittare (al tempo ogni telefono era in affitto, ogni pezzo rimaneva di proprietà dell’operatore telefonico che lo dava in uso ai suoi clienti) anche l’Ericofon e il successo negli Stati Uniti fu immediato, tutti ne volevano uno: la domanda superava l’offerta di oltre cinque volte.
Ericsson distribuiva il telefono in America attraverso la locale North Electric, di cui possedeva una quota di minoranza. Quando la richiesta esplose gli svedesi passarono in maggioranza nella società e dal 1961 cominciarono a produrre direttamente negli Stati Uniti invece di importare i modelli prodotti in Svezia.
L’Ericofon divenne un caso studio di successo e Bell mise i suoi designer al lavoro su diversi nuovi progetti che cercavano di essere ugualmente innovativi ed esteticamente gradevoli e non solo un semplice strumento per comunicare.
Modelli come il mitico Trimline, prodotto da Western Electric nel 1965 proprio per Bell, nascono da queste ricerche ed esperimenti di design.
Le due versioni del modello originale
La prima versione del 1954 era realizzata in due parti speculari che venivano incollate tra loro verticalmente.
Nel 1961 fu introdotta una nuova versione leggermente più compatta, realizzata in un unico pezzo grazie ad un nuovo tipo di stampo per l’injection molding della plastica.
Le due versioni sono facilmente riconoscibili per le differenze di dimensioni e di design: la prima è alta 232 mm, mentre la seconda è 213,5 mm. La seconda ha anche una riga verticale di giunzione degli stampi piuttosto evidente.
L’Ericotone
Tutto il telefono è strettamente elettromeccanico, tranne per la suoneria che nei modelli prodotti negli Stati Uniti è elettronica (la famosa “Ericotone”) e che rappresenta il primo esempio di elettronica applicata alla telefonia domestica, per l’epoca una novità assoluta: il “suono del futuro”.
Ascolta l’Ericotone (MP3)
Un’altra curiosità che riguarda la suoneria dell’Ericofon è legata alla luce che sprigionava quando squillava, che però non si accendeva in tutte le case, ma solo in alcune situazioni. Come è possibile? In pratica il telefono aveva al suo interno un piccolo neon che serviva soprattutto a dissipare la corrente in eccesso in arrivo dalla centrale telefonica a cui era collegato. La tensione variava infatti in base alla distanza dalla centrale e per evitare di bruciare alcuni dei sensibili circuiti interni, si optò per questa soluzione particolare. Quindi, in base alla distanza tra la casa in cui veniva collegato e la centrale più vicina, il neon poteva accendersi sempre durante lo squillo oppure non accendersi mai.
Da semplice strumento a complemento d’arredo
Conosciuto anche come “Cobra Phone” per via della sua forma zoomorfica davvero particolare per l’epoca, l’Ericofon vendette oltre due milioni e mezzo di pezzi.
L’Ericofon fu prodotto in tantissimi colori: il mercato americano aveva addirittura diciotto varianti di colore, mentre nel resto del mondo furono commercializzati cinque colori principali: verde, blu, rosso, grigio e beige.
Esistono anche altri particolarissimi colori prodotti in tirature molto limitate, ce ne sono marmorizzati, metallizzati o con pattern particolari.
Ma il più ricercato dai collezionisti è quello con corpo in plastica trasparente, davvero molto raro, che non fu mai messo in vendita al pubblico, ma prodotto unicamente per fini pubblicitari e distribuito ai venditori e ai dirigenti per mostrare le componenti interne durante presentazioni e fiere.
Nel 1972 la Ericsson cessò la produzione dell’Ericofon, cedendo le rimanenti scorte di magazzino ad una piccola azienda (CEAC) che ne continuò la produzione sotto nuovo nome per un breve periodo.
Nel 1976 Carl-Arne Breger progettò un nuovo modello di Ericofon chiamato “Ericofon 700″, prodotto dalla Ericsson per celebrare i suoi 100 anni di attività (per questo è chiamato anche “Ericofon Centenary”)
L’Ericofon rimane ancora oggi un incredibile esempio di come il design, l’estetica e l’innovazione tecnologica possano convergere in un unico prodotto, venduto in milioni di esemplari.
Univa in sé concetti di progettazione modernissimi: dall’ergonomia applicata alle sue forme che si dovevano adattare alla mano sia destra che sinistra, al design iconico e compatto, molto facile da produrre, fino alla messa in vendita in tanti e diversi colori in modo da adattarsi ai diversi gusti e ambienti.
Senza contare poi le piccole e grandi innovazioni tecniche che conteneva, con i primissimi esempi di miniaturizzazione, elettromeccanica e elettronica applicata ad oggetti casalinghi di uso comune.
Il suo fascino senza età ne fa un prodotto ancora oggi appetibile e ricercatissimo da collezionisti e appassionati di modernariato.
FONTI
- The Ericofon / Cobra (ericsson.com)
- Ericofon (wikipedia.org)
- Ericofon Ringers (ericofon.com)
- Dutch Ericofon Collector (ericofon.nl)
- Scheda sul sito del MOMA (moma.org)
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