(ITALIA, 1969)
Alla fine degli anni sessanta Olivetti era preoccupata per l’invasione di macchine da scrivere giapponesi: erano economiche, compatte e ben construite, perfette per essere portate in giro e utilizzate da chiunque. Non erano studiate per essere davvero “portatili”, ma lo diventavano nell’uso comune. Era un problema: la Lettera 22 era un possibile competitor, ma pesava troppo e non aveva una custodia davvero comoda. Ecco allora che Olivetti chiama Ettore Sottsass e gli da un compito ben preciso: progettare una nuova macchina che fosse piccola, pensata per essere portatile e con una meccanica e una costruzione semplice, che gli permettesse di essere molto economica.
Il primo progetto di quella che diventerà poi la leggendaria Valentine è stato raccontato da Sottsass diverse volte: si era optato per una plastica molto economica (il “Moplen“) e addirittura si erano tolte le minuscole creando dei martelli semplificati ed eliminando i meccanismi per attivare le maiuscole: scriveva “come un telegramma”, solo in maiuscolo. Per risparmiare si era anche tolta la campanella che suona quando si arriva a fine riga.
Alla prima presentazione interna di questo primo prototipo si cambiò subito idea: il moplen era davvero troppo “cheap” e scrivere solo in maiuscolo sarebbe stato un limite inaccettabile per molti.
Ecco che Sottsass allora racconta che si tornò indietro: la Valentine che poi avremmo visto sul mercato nel 1969 scrive sia in maiuscolo che in minuscolo ed è costruita in ABS: un materiale plastico più nobile, leggero e colorabile: da qui il modello classico, in un rosso acceso e bellissimo. Ed anche la campanellina si è salvata e suona avvisandoti quando stai arrivando in fondo alla riga ed è ora di andare a capo.
Il risultato finale è stato un capolavoro di design che ha sovvertito l’utilizzo della macchina da scrivere: uscita nel 1969, la Valentine è la prima ad essere espressamente progettata per essere portatile, con il suo contenitore che si incastra perfettamente con la parte posteriore del corpo, dove è presente una maniglia che rimane sempre a disposizione, anche quando la macchina è “nuda”, pronta per essere spostata da una stanza all’altra o dove si vuole.
È molto diversa della Lettera 22 di Nizzoli, che era costruita in alluminio pressofuso: il suo corpo interamente in ABS le permette di essere al tempo stesso leggera e resistente agli urti. Anche il design è completamente differente, uno stacco netto rispetto al passato, in tutti i sensi.
“La portatile, oggi, diventa un oggetto che uno si porta dietro come si porta dietro la giacca, le scarpe, il cappello; voglio dire quelle cose alle quali si bada e non si bada, cose che vanno e vengono, cose che tendiamo a smitizzare sempre di più” 1Parole di Sottsass tratte dall’articolo di presentazione della Valentine in “Notizie Olivetti” del 1969
Ettore Sottsass ospite di “Lezioni di Design” su RAI Scuola nel 1999 racconta la nascita della Valentine
Sottsass non solo progetta la macchina, ma anche la sua immagine pubblicitaria: la immagina come una “penna biro” (sue parole) un oggetto semplice, economico, pratico, per scrivere in mobilità.
«il discorso pubblicitario destinato ad accompagnare sui diversi mercati il lancio della nuova portatile Valentine è stato concepito in termini il più possibile correnti con 1) le caratteristiche obiettive della macchina e 2) il tipo dei suoi possibili acquirenti.
Il tono scherzoso dei testi e la grafica dei bozzetti, destinati a inserzioni per periodici, vogliono infatti corrispondere in qualche modo al design e al colore stesso della macchina e, insieme, al gusto presumibile in quelle persone che dovrebbero, anche sulla base di precisi sondaggi, preferire una portatile come la Valentine a una portatile più tradizionale: persone giovani o di sensibilità giovanile, aperte all’appello del nuovo e della moda.
A questo fine si è ritenuto opportuno orientarsi verso un messaggio soft-selling che è giustificato anche dalla necessità di puntare, più che sulle meccaniche e d’uso, sull’immagine generale del prodotto. Si è voluto, insomma, creare soprattutto un’immagine Valentine, che prevalesse anche sull’immagine globale della Olivetti» 2(E. Pacchioli (a cura di), Rosso Rosso Valentine. Un prodotto tra immaginazione e utopia, Associazione archivio storico Olivetti, Ivrea, 1999, pag. 16)
Questo approccio “soft-selling” si vede bene anche nelle bellissime istruzioni ideate per essere allegate alla macchina: composte da dei cartellini in cartoncino tenuti insieme da un laccetto, con frasi simpatiche che ti spiegano le funzionalità principali, coadiuvate da semplici illustrazioni in bianco e nero. Una vera novità per l’epoca.
La Valentine arriva sul mercato nel 1969 e nel 1970 Sottsass vince il prestigioso Premio Compasso d’oro. Al progetto hanno lavorato anche Perry A. King e Albert Leclerc.
Conosciuta in Italia come la Rossa Portatile per via del suo caratteristico colore, è in realtà stata prodotta anche in bianco (solo in Italia), in verde (Germania) e in blu (Francia), colori oggi molto ricercati dai collezionisti e particolarmente rari.
Non ha però successo dopo il lancio: inizialmente ne furono vendute solo qualche decina di migliaia di pezzi (ben pochi per i volumi misurabili in milioni a cui era abituata Olivetti) e fu ritirata. Solo qualche anno dopo fu reintrodotta su forte richiesta dei tanti appassionati che l’avevano scoperta e amata.
La Valentine era considerata trasgressiva non solo perché “rompeva” con la tradizione olivettiana, ma anche per lo stile di vita introdotto: si ispirava al nuovo e alla moda, non a caso nasce l’anno successivo alla contestazione studentesca, al grande maggio parigino, il maggio della “immaginazione al potere”.
La sua caratteristica principale era la portabilità: mentre nelle vecchie macchine da scrivere il contenitore era a parte o non presente, nella Valentine la macchina stessa diventa contenitore: il retro della Valentine era infatti nient’altro che il coperchio e manico da trasporto e bastava togliere la copertura-guscio in resistente ABS per accedere immediatamente alla macchina da scrivere.
Per la campagna pubblicitaria furono chiamati designer del calibro di Roberto Pieracini, Egidio Bonfante, Milton Glaser e lo stesso Sottsass.
Le pubblicità che nacquero dal connubio tra il nuovo concetto Valentine e la spinta creativa e innovativa di Sottsass sono tra le più moderne dell’epoca, ancora attualissime, introducono il prodotto in primo piano, nella sua essenza, inserito tra la gente (il suo target) o in quadri famosi e non si allineano allo standard dell’epoca di inserire semplicemente una serie fredda di dati tecnici.
La Valentine è insomma uno degli oggetti di design che più ha caratterizzato quel periodo storico ed in generale la storia del design italiano del ventesimo secolo. L’importanza della Valentine è ulteriormente sottolineata dalla sua presenza dagli inizi degli anni settanta nella collezione permanente del Museum of Modern Art (MoMA) di New York.
Sempre Sottsass scrive, nel comunicato di presentazione della nuova Valentine:
C’è ancora da dire che forse tutta la grafica con la quale abbiamo annunciato la Valentine, non è perfetta: forse si scosta molto dalla antica, famosa, favolosa, classica impostazione della Olivetti, ma spero ci sarà perdonata la presunzione — che certo non è irriverenza — per aver tentato un’apertura verso i nuovi tempi e anche verso la nuova struttura dei programmi dell’industria che affronta ogni giorno responsabilità più vaste e società più coscienti.
Insomma, la Valentine rappresenta a pieno titolo uno dei primissimi esempi di design e comunicazione moderna applicata ad un oggetto di largo consumo.
Un’icona immortale, simbolo di rinnovamento, coraggio, modernità e rottura degli schemi prestabiliti, che rimarrà per sempre attuale.
NOTE
- 1Parole di Sottsass tratte dall’articolo di presentazione della Valentine in “Notizie Olivetti” del 1969
- 2(E. Pacchioli (a cura di), Rosso Rosso Valentine. Un prodotto tra immaginazione e utopia, Associazione archivio storico Olivetti, Ivrea, 1999, pag. 16)
FONTI
- Collezione permanente MoMA New York (moma.org)
- Olivetti Valentine (wikipedia.it)
- Olivetti Valentine typewriter “Plastic pop-art icon” (typewriter.be)
- Valentine: design e grafica per un prodotto cult (storiaolivetti.it)
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- 1Parole di Sottsass tratte dall’articolo di presentazione della Valentine in “Notizie Olivetti” del 1969
- 2(E. Pacchioli (a cura di), Rosso Rosso Valentine. Un prodotto tra immaginazione e utopia, Associazione archivio storico Olivetti, Ivrea, 1999, pag. 16)
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