(Giappone, 1996)
Nel 1996 Sony lancia sul mercato la sua prima macchina fotografica digitale destinata al mercato consumer: è la Sony DSC-F1, la camera che avrebbe dato il via alla fortunata serie Cybershot™ e contribuito a cambiare per sempre la fotografia per tutti.
In realtà il branding “Cybershot” arriverà solo con il modello successivo, la F2, ma Sony considera già questa prima camera come parte della sua gloriosa serie dedicata alla fotografia digitale.
La linea DSC di Sony, acronimo che sta per Digital Still Camera, avrebbe contribuito ad un cambiamento totale nella fotografia, partendo chiaramente da caratteristiche tecniche davvero limitate per i parametri che abbiamo oggi.
La F1 aveva un sensore da 0,3 Megapixel, salvava le foto a 640×480 pixel in una memoria interna da soli 4 Megabyte (per un massimo di soli 581in alternativa poteva salvarne 30 in modalità “fine” o 108 in modalità “snapshot”, cambiando la qualità della compressione JPG. scatti!) e permetteva di guardare le foto e di scattare inquadrando attraverso un piccolo schermo da soli 1,8 pollici. La lente era una Sony Video Lens da 4.8mm f/2, equivalenti ad una 35mm in full frame. Aveva anche una comoda modalità macro che le permetteva di mettere a fuoco da pochi millimetri di distanza.
Aveva però qualcosa che è difficile trovare anche nelle camere di oggi: nella parte superiore la sezione che includeva la lente, il flash e l’illuminatore poteva ruotare di ben 180 gradi, permettendo di scattare dal basso, dall’alto o anche farsi auto scatti facilmente, continuando sempre a guardare lo schermo per inquadrare correttamente.
Perfetta per vloggare… peccato che ancora la F1 non riuscisse a girare video, ma solo a scattare foto. La serie Digital Mavica di Sony, le piccole video camere digitali che salvavano su floppy disk non sarebbero uscite prima di un altro anno, nel 1997.
La scelta di includere in questa camera solo una piccola memoria interna per salvare le foto era dettata dal fatto che all’epoca ancora non esisteva un formato di schede di memoria abbastanza economiche da risultare interessanti per il mercato consumer.
Era possibile trasferire le foto nel proprio computer tramite cavo seriale RS232 o attraverso una connessione wireless via infrarossi, grazie ad un trasmettitore IR integrato.
Il design della F1 rimane ancora oggi modernissimo, in parte per quel corpo rotante ancora attuale, in parte per tutta una serie di scelte stilistiche che sarebbero tornate in tutta la gloriosa serie F, che per decenni rimase sinonimo di innovazione e buon design nel campo della neonata fotografia digitale.
Era un’epoca in cui non si aveva paura di osare, in cui uscirono camere incredibili (andate a cercarvi la F505 per capire) che anzi volevano e dovevano simboleggiare uno stacco netto tra la fotografia classica a pellicola e la nuova era della fotografia digitale, in primis attraverso forme e funzioni completamente differenti rispetto al passato.
NOTE
- 1in alternativa poteva salvarne 30 in modalità “fine” o 108 in modalità “snapshot”, cambiando la qualità della compressione JPG.
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- 1in alternativa poteva salvarne 30 in modalità “fine” o 108 in modalità “snapshot”, cambiando la qualità della compressione JPG.
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