(STATI UNITI, 1965)
Il 21 febbraio del 1947 Edwin Land salì sul palco della Optical Society of America e mostrò agli ottici in sala la sua ultima invenzione: una macchina fotografica in grado di scattare e sviluppare foto immediatamente, senza bisogno di essere sviluppate da un professionista in una camera oscura.
Era la prima Land Camera e fece grande scalpore tra gli accademici dell’epoca. Un anno dopo la Model 95 entrò in commercio per il grande pubblico e bruciò ogni pezzo messo in vendita in tempi record. Costava però 90 dollari, l’equivalente di 1000 dollari di oggi, non era esattamente a buon mercato. Altro problema: i primi modelli della Land Camera utilizzavano un sistema di pellicole a rullo, che non erano esattamente facili da utilizzare.
Fu solo nel 1963 che Polaroid riuscì a portare sul mercato un nuovo sistema di pellicole, le Pack Film, che sarebbero rimaste in uso fino alla chiusura della società nel 2008.
Anche le Pack non erano semplicissime da utilizzare, ma offrivano una qualità dell’immagine sbalorditiva per l’epoca e che ancora oggi impressiona e, soprattutto, furono le prime ad introdurre il colore nella fotografia instantanea con le “Color Pack”.
Si tiravano fuori da un pacchetto interno alla macchina il negativo e il positivo della foto appena scattata e si dovevano poi dividere correttamente aspettando il giusto tempo di sviluppo. C’era un sacco di carta e plastica da buttare per ogni foto, sembrava di dover strappare tutto ogni volta che si estraeva un pacchetto dopo lo scatto, non sapevi mai se il tempo di sviluppo fosse stato corretto… ma c’era un qualcosa di magico nella procedura di scatto e sviluppo delle Pack Film. E poi si potevano fare “trasfer” della foto su altri materiali.. o modificare le foto durante lo sviluppo molto facilmente, lavorando direttamente sul positivo e a volte anche sul negativo.
La qualità dell’immagine raggiunta da quel sistema non sarebbe stata eguagliata neanche dieci anni dopo quando nel 1972 furono introdotte le nuove Integral Film, il sistema che tutti conosciamo e riconosciamo come “una Polaroid”. Le Integral erano più facili da sviluppare, uscivano dalla camera già pronte: non serviva dividere il positivo dal negativo, bastava scattare, prendere al volo la foto uscita dalla camera e aspettarne lo sviluppo. Con le Integral Edwin aveva finalmente coronato il suo sogno di fotografia istantanea, facile, per tutti.
Ma, come spiegavo, le Pack Film rimasero in produzione fino alla fine di Polaoroid, perché erano adorate da tutta una serie di fotografi e creativi che ne sfruttavano le particolari proprietà e la grande qualità.
Vi racconterò magari la storia di Polaroid in un altro articolo, è sicuramente interessante, ma in questo voglio presentarvi un oggetto in particolare, una delle prime macchine progettate per scattare con le Pack Film di Polaroid. La Polaroid Land Camera Instant 104 uscita nel 1965.
La 104, come tutta la linea 100 e le successive linee 200, 300 e 400, aveva un corpo a soffietto nascosto da un coperchio in plastica che la rendeva molto compatta (almeno per l’epoca ovviamente) e quindi facilmente trasportabile.
La 104 fa parte della primissima serie di camere per Pack Film, la serie 100. La Instant 100 fu la prima camera prodotta ad utilizzare questo sistema, ma è la 104 che ne decretò il successo grazie al suo costo (relativamente) limitato e alla (relativa) facilità d’uso.
Lo spot della Polaroid 104 che passava in televisione in quel periodo lo spiegava chiaramente: stessa qualità della precedente, stesso sistema di telemetria elettronica, stessa velocità di sviluppo… alla metà del prezzo:
Dimezzare il prezzo di vendita significò rendere questa Polaroid finalmente accessibile a molte più persone.
La Polaroid 104 veniva venduta a 49,95$ (460 dollari di oggi) e il risparmio era dovuto ai diversi materiali utilizzati, ma soprattutto ad una scelta di marketing ben precisa: guadagnare meno, ma rendere il prodotto appetibile ad un bacino molto più largo di potenziali acquirenti.
Una strategia che oggi conosciamo molto bene quando si parla di nuove tecnologie, con le aziende che vendono anche in perdita pur di riuscire a creare una base di utenza per i loro nuovi prodotti.
Il modello di vendita di Polaroid era un classico del marketing moderno: si vendeva la camera a “poco” per poi guadagnare dalla vendita delle pellicole, che erano proprietarie e coperte da brevetto.
Il risultato, neanche a dirlo, fu un successo incredibile. La 104 fu la prima di una infinita serie di varianti che sfruttavano tutte le nuove Pack Film e in particolare le nuove Color Pack che portavano anche il colore nella fotografia istantanea.
Dopo la serie 100 arrivò la 200, la 300 e poi la 400… ma in contemporanea uscirono decine di altre varianti a corpo fisso e non a soffietto, ancora più economiche. E chiaramente anche molto più costose: alcuni modelli, come ala 180 o la 190 ad esempio, che erano Made in Japan e avevano le lenti in vetro Tominon e il corpo in metallo, ovviamente ad un prezzo anche triplo rispetto alla 104. Polaroid utilizzava lo stesso tipo di segmentazione dei modelli che si utilizza oggi.
Ma vediamo insieme un po’ le caratteristiche tecniche di questa bellezza, il modello che decretò il successo di Polaroid e delle sue camere a sviluppo istantaneo.
CARATTERISTICHE TECNICHE
- Obiettivo: 114mm f/8.8 in plastica a due elementi
(corrispondente circa al 40mm nel formato full frame 35mm) - In materiale plastico, con meccanismo di chiusura a soffietto.
- Otturatore: centrale, armato meccanicamente ma controllato elettronicamente (tempi di posa da 10 secondi a 1/1200s)
- Mirino: galileiano con indicazione della distanza
- Messa a fuoco: a stima
- Controlli: compensazione dell’esposizione (-1/+2 stop), tipo di pellicola
- Esposimetro: con cellula CdS: fotoresistenza al solfuro di cadmio.
Ecco come appare una Pack Film a colori correttamente sviluppata: le dimensioni sono molto più generose (4 x 5 pollici, o 10 x 12,5 cm) delle pellicole integral quadrate che arriveranno poi e che hanno segnato l’estetica delle foto Polaroid:
Regolazione della Camera e messa a fuoco
Come tutte le macchine non digitali, la sensibilità è data dalla pellicola utilizzata: in questo caso non si scelgono gli ASA/ISO come per le pellicole standard, ma solo generalmente il tipo di Pack Film che all’epoca erano due: a colori o in bianco e nero.
Le pellicole a colori avevano una sensibilità di circa 100 ISO, mentre quelle in bianco e nero arrivavano a 3000 ISO. Insomma, sulla camera c’è scritto “B & W” e “COLOR”, ma è come se ci fosse scrito 100 e 3000 ISO.
Il tempo di posa viene determinato automaticamente dalla fotocamera che quindi espone sempre a priorità di diaframma grazie ad una fotoresistenza al solfuro di cadmio.
La messa a fuoco è davvero particolare: si effettua infatti muovendo a sinistra e a destra due levette presenti ai lati del soffietto in modo da accorciare o allungare la distanza tra lente e piano di impressione della pellicola.
Va però fatta a stima perché non è presente alcun tipo di ausilio o riferimento, se non quelli riportati nel mirino che è a sua volta abbastanza bizzarro.
Dei rombi rossi delimitano il campo inquadrato e si muovono mentre si focheggia con le levette a sinistra e a destra. A sinistra è presente una scala di distanza e c’è una freccia che si muove focheggiando e indica la distanza di messa a fuoco.
Le due linee orizzontali rosse servono per mettere a fuoco i ritratti: basterà includere la testa del soggetto tra di esse per averlo a fuoco.
Batteria
La Polaroid 104, così come le altre macchine di questa serie, funziona grazie ad una batteria integrata sostituibile da 3 Volt, la Eveready 532 che purtroppo non è più in produzione. Si trovano credo delle sostitute sul mercato, ma a prezzi non molto sensati. È molto più facile adattare due classiche batterie AA da 1,5 Volt messe in serie. Se vi interessa questo sito spiega il procedimento della modifica.
È possibile utilizzare una 104 oggi?
Come già spiegato la 104 utilizza le Pack Film ed è compatibile sia con le versioni in bianco e nero che con quelle a colori. Peccato che dal 2008 la Polaroid abbia messo fuori produzione tutte queste pellicole.
Ad oggi è possibile acquistare pellicole scadute nel mercato dell’usato, a prezzi davvero molto alti (100-200 euro per un pacco da 10 scatti).
Fino a qualche anno fa Fujifilm produceva una linea di pellicole totalmente compatibili con le Pack di Polaroid, in particolare le FP-100C (a colori, 100 ISO) e la FP-3000B (a colori, 3000 ISO) ma purtroppo anche loro hanno smesso di produrre e anche in questo caso l’unica via è procurarsi dei fondi di magazzino (che almeno in questo caso forse non saranno scaduti, i più nuovi sono stati prodotti nel 2018)
Un’ultima alternativa è data da una piccola azienda americana che si è messa a produrre pellicole compatibili per gli appassionati di Pack Film. Si chiamano One Instant e sono prodotte da SuperSense… ma un pacco da tre scatti costa ben 50 dollari (a cui aggiungere spedizione e importazione dagli USA) quindi siamo da capo: scattare in Pack oggi è possibile, ma estremamente costoso.
Grazie 104
La Automatic 104 ha segnato un punto di svolta per Polaroid e, di conseguenza, per tutto quello che è arrivato dopo nel campo della fotografia istantanea.
Non ci fosse stata la 104 e il suo prezzo aggressivo, forse non avremmo visto una decina di anni dopo la SX-70 e l’avvento delle pellicole integral, con tutto quello che ha significato non solo per Polaroid, ma per il mondo della fotografia, dell’arte e in generale della cultura pop.
Per questo merita un posto d’onore nella mia collezione, e magari anche nella vostra.
FONTI
- Edwin H. Land (wikipedia.org)
- Polaroid Corporation (wikipedia.org)
- The Land List (landlist.ch)
- SuperSense One Instant (supersense.com)
- Polaroid Land Camera 104 (nicolafocci.com)
- Polaroid Land Camera – Battery Conversion Mod (dianacamera.com)
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