Il Palm Pilot è stato il primo PDA davvero popolare. Il suo successo planetario ha contribuito ad unire definitivamente tre diversi mondi: i Personal Computer, gli organizer elettronici e, qualche anno dopo, gli smartphone.
La storia di Palm Inc., la società che ha creato il primo Pilot, è una vera soap-opera, eccessiva anche per gli standard della Silicon Valley. Parte nel 1992 come società che vende software nel nascente mercato degli handheld, poi viene acquisita e chi l’ha comprata viene a sua volta venduta ad altri. Si quota in borsa con una valutazione gigantesca, poi viene divisa in due, per poi essere riunita. Perde il suo team originario lungo la strada, poi lo riguadagna, poi gli dice addio una seconda volta dopo essere stata ceduta ad un altro colosso. Infine chiude e con lei finisce un’era tecnologica. Vediamo insieme cosa è successo.
La nostra storia ancora una volta parte da una persona: Jeff Hawkins. Jeff studia alla Cornell University e poi a Berkeley dove lavora su modelli di “pattern recognition” della voce e della scrittura umana. Mentre è ancora all’università deposita un brevetto per un “pattern classifier” della scrittura.
Nel 1982 entra nel reparto ricerca e sviluppo di GRiD Systems seguendo un progetto interno finalizzato alla creazione di un nuovo tipo di dispositivo il cui input è gestito tramite una penna e non con tastiera e mouse. Il suo lavoro porta alla creazione nel 1989 del GRiDPad, uno dei primissimi tablet computer.
Come abbiamo già visto nella storia dell’Apple Newton quelli sono gli anni dei nuovi PDA con pennino e interfaccia grafica e Hawkins si ritrova ad aver lavorato per dieci anni proprio sulle tecnologie che muovono la categoria di prodotto più in voga del momento. E allora è arrivato il momento di fare una startup pensa Jeff.Nel 1992 nasce Palm, Inc. e Hawkins comincia a fornire software a diverse big tech: lavora con Casio e Tandy sul nuovo Tandy Zoomer, uno dei tanti nuovi PDA che tentarono la fortuna in quegli anni. Lo Zoomer non ha successo, ma Palm continua a fare soldi vendendo negli anni successivi il software di sincronizzazione per i nuovi dispositivi di HP e, soprattutto, il nuovissimo software di riconoscimento della scrittura “Graffiti”.
Graffiti arriva sul mercato dei PDA nel 1994 e promette di rivoluzionare il riconoscimento della scrittura, fino a quel momento molto poco efficace. Palm lo vende come software da installare sui diversi PDA dell’epoca, in primis sull’Apple Newton (che guadagna così un riconoscimento decente anche se non nativo) e poi anche su altri come il Magic Cap di General Magic (altro nome che ormai dovreste conoscere).
È importante capire quanto questo software fosse importante per il nascente mercato dei PDA: erano dispositivi troppo compatti per poter ospitare una tastiera estesa e il poter inserire facilmente testi con una penna era davvero fondamentale.
Graffiti prometteva un tempo di apprendimento molto veloce, una accuratezza del 100% e una velocità di inserimento superiore agli altri sistemi grazie ad una serie di finezze che Hawkins aveva affinato nei suoi anni di ricerca universitaria.
La società cresce a comincia a pensare di produrre un suo PDA, non solo software per gli altri. Il primo prototipo hardware è il celeberrimo “Wooden Palm Pilot”: Hawkins scolpì letteralmente nel legno la sua idea, ci appiccicò sopra una stampa della prima interfaccia che aveva in mente e provò a tenerlo in mano utilizzando una bacchetta di bambù presa dalla classica consegna di cibo cinese che aveva in casa. Quel prototipo gli servì a capire le potenzialità di un dispositivo così piccolo e a cercare i soldi per realizzarlo per davvero.
Hawkins riceve diverse offerte di acquisizione e alla fine cede a quella che ritiene migliore per il futuro di Palm, vende a USRobotics, azienda che all’epoca era tra i leader nella produzione di modem. Siamo nel 1995, in piena epoca “dial-up”, quando tutti volevano un modem casalingo da collegare al telefono per riuscire a collegarsi al nascente World Wide Web. Insomma, USRobotics è piena di soldi, sa fare hardware e può aiutare Palm a creare il suo primo PDA, e così è: nel marzo del 1996 escono il Palm Pilot 1000 e il Palm Pilot 5000. Entrambi i modelli montano un processore Motorola 68328 da 16 MHz, con rispettivamente 128 kB e 512 kB di RAM.
Il Pilot aveva uno schermo tattile quadrato da 160×160 nella parte superiore, più un’area inferiore aggiuntiva dedicata all’utilizzo di Graffiti, naturalmente. Palm sviluppò per i suoi PDA un sistema operativo proprietario (Palm OS) e riuscì così ad ottimizzare al massimo le prestazioni: il Pilot era veloce, facile da usare, si sincronizzava bene con i PC di casa e soprattutto faceva girare Graffiti nativamente.
Funzionava con due batterie AAA che garantivano un’autonomia di oltre trenta ore di utilizzo continuo, cioè in pratica settimane di utilizzo normale. Era perfetto per gli appassionati di PDA dell’epoca.
Nel 1997 arriva Palm OS 2.0 e tra le novità più importanti c’è il nuovo Network HotSync sviluppato da USRobotics che consente finalmente di collegarsi direttamente al proprio PC di casa da remoto, utilizzando un piccolo modem aggiuntivo da collegare al Pilot e alla linea telefonica. Se ricordate, anche questa era una delle funzionalità che mancavano all’Apple Newton e che ora arriva su Palm Pilot, per la gioia dei suoi utilizzatori che ora possono sincronizzare i dati del proprio PDA in mobilità.
È un successo, ovviamente considerando la piccola nicchia costituita dagli utilizzatori di PDA dell’epoca. L’anno si chiude con 114 milioni di dollari di fatturato, niente male per una startup creata solo cinque anni prima.
Sempre nel 1997 avviene la più grande acquisizione dell’epoca nell’attivissimo settore del networking: 3Com compra USRobotics per oltre 6,6 miliardi di dollari creando un nuovo gigante da oltre cinque miliardi di fatturato.
Palm diventa così una divisione di 3Com e in quell’anno si decide anche di cominciare a licenziare Palm OS anche ad altri produttori di PDA. Alla fine del 1998 Palm genera oltre 270 milioni di fatturato e lancia il suo nuovo Palm III, il successore del primo Pilot.
Jeff Hawkins comincia a scalpitare: si ritrova come uno dei dipendenti di un colosso, 3Com, per il quale il mercato dei PDA è solo uno dei tanti interessi e di sicuro non quello principale. I conti vanno bene, ma Hawkins vuole di più perché crede fortemente che Palm abbia la possibilità con i suoi dispositivi e il suo software di fare la differenza e crescere enormemente.
La cosa migliore è lasciare Palm e fondare una nuova società: nasce così nel 1998 Handspring, Inc. che diventa immediatamente il principale competitor di Palm.
Viene lanciato il nuovo Handspring Visor su cui gira in licenza Palm OS in una nuova versione modificata che aggiunge funzionalità e velocità. Il Visor è meglio progettato e più veloce. Ha una grande porta di espansione nella parte superiore a cui possono collegarsi diversi dispositivi aggiuntivi: un modem, ad esempio, o anche una antenna GPS per trasformarlo in un navigatore satellitare. In meno di un anno Handspring ha già il 21% del mercato dei PDA e nel frattempo Palm è passata dall’83% al 63%.
Alla fine del 1998 Palm OS conta oltre 3500 sviluppatori che creano applicazioni di ogni tipo e garantiscono alla piattaforma di prosperare. L’idea iniziale di Palm di licenziare il suo sistema operativo ha creato un mercato di diversi dispositivi che competono tra loro, ma riescono a fare girare gli stessi software senza frammentare una verticalità già di per se non enorme. Non ancora almeno.
È adesso che Microsoft, che è già un colosso, comincia a capire di essere rimasta indietro e sforna Windows CE, la sua versione di Windows per PDA. Il lancio è enorme per l’epoca, con diversi grandi produttori che annunciano dei loro PDA con Windows CE: Casio, HP e Compaq in primis.
Nonostante il lancio di Windows CE, il 1999 è un altro grande anno per Palm: lancia diversi nuovi PDA, dal bellissimo Palm V all’avveniristico Palm VII che poteva collegarsi alla rete cellulare grazie al servizio a pagamento Palm.net, permettendo il sync in ogni momento, in mobilità, senza moduli aggiuntivi da montare e senza doversi collegare ad un telefono fisso.
Era inoltre presente un sistema di messaggistica integrata, oltre al supporto alla ricezione e invio di e-mail. E non solo: Palm sviluppò e incluse un servizio di “Web clipping” che consentiva di visitare i siti internet e di vederne un riassunto in modo da consumare meno traffico dati possibile. In pratica, anche se in maniera molto limitata, il Palm VII poteva anche navigare su internet in mobilità. Mica poco visto che per arrivare agli smartphone mancano ancora quasi dieci anni.
Palm chiude il 1999 con 563 milioni di fatturato e stabilisce alleanze con altri player del settore molto importanti come Nokia e Sun Microsystems.
La crescita è costante e il 2000 si chiude raddoppiando ulteriormente il fatturato che arriva addirittura a 1,1 miliardi di dollari. 3Com decide a questo punto di ritrasformare Palm in società indipendente e la fa quotare in borsa in pieno momento del boom delle “dot com”: la quotazione è un successo e le azioni della nuova Palm, Inc. sono valutate oltre 50 miliardi di dollari. Palm aggredisce anche il mercato Enterprise offrendo versioni server del suo software di sincronizzazione HotSync che le aziende possono installare nelle loro intranet per permettere ai loro dipendenti di lavorare in mobilità grazie ai PDA di Palm.
Nel 2001 il fatturato sale a 1,6 miliardi e Palm è presente e vende i suoi PDA in 35 nazioni. È ormai un player globale, la sua piattaforma Palm OS ha oltre 140 mila sviluppatori in tutto il mondo. La visione di Jeff Hawkins si è avverata anche se non c’è più lui alla guida. Palm ha il 55% del mercato dei PDA e se si considerano anche i modelli che montano Palm OS in licenza si sale ad oltre il 70%.
Arriva la grande crisi delle “dot-com”, negli anni si è creata una enorme bolla attorno alle società legate ad Internet che sta per scoppiare. Anche il mercato dei PDA è in crisi e le azioni di Palm cominciano a perdere punti. Nel maggio del 2001 per la prima volta Palm licenzia dipendenti e cancella il progetto di costruire una nuova enorme sede costituita da addirittura undici grandi edifici. Si sente, tanto, la concorrenza di nuovi player nel mercato dei PDA: Microsoft e Handspring come già spiegato, ma anche la nascente Blackberry che comincia a farsi notare grazie al suo innovativo sistema di messaggistica integrato.
Sempre nel 2001 Palm si divide in due diverse società, una che gestisce l’hardware (Palm Solutions Group) e un’altra dedicata al software (PalmSource). Questa soluzione crea più problemi che altro, con le due società che cominciano a mettersi i bastoni tra le ruote a vicenda invece di collaborare.
Nel 2003 c’è un grande ritorno: Palm Solutions Group annuncia l’acquisizione di Handspring formando la nuova PalmOne, Inc. e molti dei vecchi fondatori tornano all’ovile. Ma la casa che hanno lasciato cinque anni prima è ormai una società molto diversa. Nel 2005 si torna al nome Palm, Inc. e si cerca di riprendere le redini del mercato, senza grande successo. Troppe linee di prodotto, troppi tentativi andati male, in un periodo in cui la tecnologia evolve di settimana in settimana a ritmi mai visti prima e serve muoversi veloci e con una grande visione. Palm ormai non è più una startup dinamica, ma un colosso rallentato dalla sua burocrazia interna.
Arrivano tanti nuovi PDA e anche computer laptop, si cerca di entrare nel mercato dei nascenti smartphone, ma senza riuscire mai a fare la differenza. La competizione con Blackberry è accesissima e anche Microsoft continua ad investire pesantemente nel settore togliendo quote di mercato a Palm.
Finisce tutto nel 2010: Palm decide di vendere ad HP per 1,2 miliardi di dollari e finisce un’epoca. Ormai il mercato dei PDA è scomparso in favore degli smartphone e Palm non è riuscita and entrare nella enorme competizione in atto tra colossi come Apple, Microsoft e Nokia.
HP decide di provare a rilanciare gli smartphone di Palm come il Pre e il Pixi, ma il tentativo dura meno di un anno: nel 2011 esce il Palm TouchPad, un tablet che avrebbe dovuto competere con l’iPad… ma qualche settimana dopo chiude i rubinetti e Palm muore definitivamente. È la fine di un’era e l’inizio di un’altra. Muore il marchio che ha reso popolari i PDA e si entra nell’era degli smartphone.
Continua a leggere la Nascita dei PDA in quattro diversi articoli su EPIC.03 e qui sul sito:
- Sharp PC-1211
- Psion Organiser
- Apple Newton MessagePad
- La Storia di Palm Inc.
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